Siroe, Parigi, Hérissant, 1780

 ATTO TERZO
 
 SCENA PRIMA
 
 Cortile.
 
 COSROE ed ARASSE
 
 COSROE
 No no; voglio che mora.
1115Abbastanza finora
 pietosa a me per lui parlò natura.
 ARASSE
 Signor, chi t'assicura
 che, Siroe ucciso, il popolo ribelle
 non voglia vendicarlo, e quando speri
1120i tumulti sedar, non sian più fieri?
 COSROE
 Sollecito e nascosto
 previeni i sediziosi. A lor si mostri,
 ma reciso, del figlio il capo indegno.
 Vedrai gelar lo sdegno,
1125quando manchi il fomento.
 ARASSE
                                                    Innanzi a questo
 violento rimedio, altro possiamo
 men funesto tentarne.
 COSROE
                                           E quale? Ho tutto
 posto in uso finora. Idaspe ed io
 sudammo invano. Il figlio contumace
1130morto mi vuol, ricusa i doni e tace.
 ARASSE
 Dunque degg'io...
 COSROE
                                   Sì, vanne; è la sua morte
 necessaria per me. Pronuncio, Arasse,
 il decreto fatal; ma sento, oh dio!
 gelarsi il core, inumidirsi il ciglio;
1135parte del sangue mio verso nel figlio.
 ARASSE
 Ubbidirò con pena;
 ma pure ubbidirò. Di Siroe amico
 io sono, è ver, ma son di te vassallo;
 e sa ben la mia fede
1140che al dover di vassallo ogni altro cede.
 
    Al tuo sangue io son crudele,
 per serbarti fedeltà.
 
    Quando vuol d'un re l'affanno
 per sua pace un reo trafitto,
1145è virtù l'esser tiranno
 e delitto è la pietà. (Parte)
 
 COSROE
 Finché del ciel nemico
 io non provai lo sdegno,
 mi fu dolce la vita e dolce il regno;
1150ma quando il conservarli
 costa al mio cor così crudel ferita,
 grave il regno è per me, grave è la vita.
 
 SCENA II
 
 LAODICE e detto
 
 LAODICE
 Mio re, che fai? Freme alla reggia intorno
 un sedizioso stuol che Siroe chiede.
 COSROE
1155L'avrà, l'avrà. Già d'un mio fido al braccio
 la sua morte è commessa; e forse adesso
 per le aperte ferite
 fugge l'anima rea. Così gliel rendo.
 LAODICE
 Misera me, che intendo!
1160E che facesti mai!
 COSROE
 Che feci? Io vendicai
 l'offesa maestà, l'amore offeso,
 i tuoi torti ed i miei.
 LAODICE
 Ah che ingannato sei! Sospendi il cenno.
1165Nell'amor tuo giammai
 il prence non t'offese; io t'ingannai.
 COSROE
 Che dici!
 LAODICE
                    Amore invano
 chiesi da Siroe e il suo disprezzo volli
 con l'accusa punir.
 COSROE
                                     Tu ancor tradirmi?
 LAODICE
1170Sì, Cosroe, ecco la rea;
 questa s'uccida e l'innocente viva.
 COSROE
 Innocente chi vuol la morte mia?
 Viva chi t'innamora?
 È reo di fellonia;
1175è reo perché ti piace e vuo' che mora.
 LAODICE
 La vita d'un tuo figlio è sì gran dono
 ch'io temeraria sono
 se spero d'ottenerlo! A che giovate,
 sembianze sfortunate?
1180Se placarti non sanno,
 mai non m'amasti e fu l'amore inganno.
 COSROE
 Purtroppo, anima ingrata, io t'adorai.
 Fin della Persia al trono
 sollevarti volea; né tutto ho detto.
1185Ho mille cure in petto,
 ti conosco infedele
 e pur, chi 'l crederia? nell'alma io sento
 che sei gran parte ancor del mio tormento.
 LAODICE
 Dunque alle mie preghiere
1190cedi, o signor. Sia salvo il prence e poi
 uccidimi, se vuoi. Sarò felice,
 se il mio sangue potrà...
 COSROE
                                              Parti, Laodice.
 Chiedendo la sua vita,
 colpa gli accresci e il tuo pregar m'irrita.
 LAODICE
 
1195   Se il caro figlio
 vede in periglio,
 diventa umana
 la tigre ircana
 e lo difende
1200dal cacciator.
 
    Più fiero core
 del tuo non vidi;
 non senti amore,
 la prole uccidi;
1205empio ti rende
 cieco furor. (Parte)
 
 SCENA III
 
 COSROE e poi EMIRA
 
 COSROE
 Vediam fin dove giunge
 del mio destino il barbaro rigore;
 tutto soffrir saprò...
 EMIRA
                                      Rendi, o signore,
1210libero il prence al popolo sdegnato.
 Minaccia in ogni lato
 co' fremiti confusi
 la plebe insana; e s'ode in un momento
 di Siroe il nome in cento bocche e cento.
 COSROE
1215Tanto crebbe il tumulto?
 EMIRA
                                                Ogni alma vile
 divien superba. In mille destre e mille
 splendono i nudi acciari; e fuor dell'uso
 i tardi vecchi, i timidi fanciulli,
 fatti arditi e veloci,
1220somministrano l'armi ai più feroci.
 COSROE
 Se ancor pochi momenti
 l'impeto si sospende, io più nol temo.
 EMIRA
 Perché?
 COSROE
                  Già il fido Arasse
 corse a svenar per mio comando il figlio.
 EMIRA
1225E potesti così... Rivoca, oh dio!
 la sentenza funesta;
 nunzio n'andrò di tua pietade io stesso...
 Porgimi il regio impronto.
 COSROE
                                                   Invan lo chiedi;
 la sua morte mi giova.
 EMIRA
                                           Ah Cosroe, e come
1230così da te diverso? E dove or sono
 tante virtù già tue compagne al trono?
 Che mai dirà la Persia?
 Il mondo che dirà? Fosti finora
 amor de' tuoi vassalli,
1235terror de' tuoi nemici;
 l'armi tue vincitrici
 colà sul ricco Gange,
 colà del Nilo in su le foci estreme
 e l'Indo e l'Etiope ammira e teme;
1240quanto perdi in un punto! Ah, se ti scordi
 le leggi di natura,
 un fatto sol tutti i tuoi pregi oscura.
 Deh con miglior consiglio...
 COSROE
 Ma Siroe è un traditor.
 EMIRA
                                             Ma Siroe è figlio,
1245figlio che, di te degno,
 dalle paterne imprese
 l'arte di trionfar sì bene apprese,
 che fu bambino ancora
 la delizia di Cosroe e la speranza.
1250So che a pugnar qualora
 partisti armato o vincitor tornasti,
 gli ultimi e i primi baci erano i suoi;
 ed ei lieto e sicuro
 al tuo collo stendea la mano imbelle;
1255né il sanguinoso lume
 temea dell'elmo o le tremanti piume.
 COSROE
 Che mi rammenti!
 EMIRA
                                      Ed or quel figlio istesso,
 quello s'uccide; e chi l'uccide? Il padre!
 COSROE
 Oh dio! Più non resisto.
 EMIRA
                                              Ah se alcun premio
1260merita la mia fé, Siroe non mora.
 Vado? Risolvi. Or ora
 trattener non potrai la sua ferita.
 COSROE
 Prendi, vola a salvarlo. (Gli dà l’impronto regio)
 EMIRA
                                             Io torno in vita.
 
 SCENA IV
 
 ARASSE e detti
 
 EMIRA
 Arasse! Oh cieli!
 COSROE
                                 Ah che turbato ha il ciglio!
 EMIRA
1265Vive il prence?
 ARASSE
                               Non vive.
 EMIRA
                                                   Ah Siroe!
 COSROE
                                                                       Oh figlio!
 ARASSE
 Ei cadde al primo colpo; e l'alma grande
 sul moribondo labbro
 soltanto s'arrestò finché mi disse:
 «Difendi il padre»; e poi fuggì dal seno.
 COSROE
1270Deh soccorrimi, Idaspe, io vengo meno.
 EMIRA
 Tu, barbaro, tu piangi! E chi l'uccise?
 Scellerato, chi fu? Di chi ti lagni?
 Va', tiranno, e dal petto,
 mentre palpita ancor, svelli quel core.
1275Sazia il furore interno,
 torna di sangue immondo,
 mostro di crudeltà, furia d'Averno,
 vergogna della Persia, odio del mondo.
 COSROE
 Così mi parla Idaspe! È stolto o finge?
 EMIRA
1280Finsi finor ma solo
 per trafiggerti il cor.
 COSROE
                                        Che mai ti feci?
 EMIRA
 Empio, che mi facesti?
 Lo sposo m'uccidesti;
 per te padre non ho, non ho più trono.
1285Io son la tua nemica, Emira io sono.
 COSROE
 Che sento!
 ARASSE
                       Oh meraviglia!
 COSROE
                                                     Adesso intendo
 chi mi sedusse il figlio.
 EMIRA
                                             È ver; ma invano
 di sedurlo tentai. Per mia vendetta
 e per tormento tuo, perfido, il dico;
1290sappi ch'ei ti difese
 dall'odio mio, ch'ei ti recò quel foglio,
 che innocente morì, ch'ogni sospetto,
 ch'ogni accusa è fallace.
 Va', pensaci; e, se puoi, riposa in pace.
 COSROE
1295Serba, Arasse, al mio sdegno,
 ma fra ceppi, costei.
 ARASSE
                                        Pronto ubbidisco.
 Olà, deponi...
 EMIRA
                            Io stessa
 disarmo il fianco mio; prendi. T'inganni, (Dà la spada ad Arasse, il quale presala entra e poi esce con guardie)
 se credi spaventarmi. (A Cosroe)
 COSROE
                                           Ah parti, ingrata;
1300d'un'alma disperata
 l'odiosa compagnia troppo m'affligge.
 EMIRA
 Perché tu resti afflitto
 basta la compagnia del tuo delitto. (Parte con guardie)
 
 SCENA V
 
 COSROE ed ARASSE
 
 COSROE
 Ove son? Che m'avvenne? E vivo ancora!
 ARASSE
1305Consolati, signor. Pensa per ora
 a conservarti il vacillante impero;
 pensa alla pace tua.
 COSROE
                                      Pace non spero.
 Ho nemici i vassalli,
 ho la sorte nemica; il cielo istesso
1310astri non ha per me che sian felici;
 ed io sono il peggior de' miei nemici.
 
    Gelido in ogni vena
 scorrer mi sento il sangue;
 l'ombra del figlio esangue
1315m'ingombra di terror.
 
    E per maggior mia pena
 veggio che fui crudele
 a un'anima fedele,
 a un innocente cor. (Parte)
 
 SCENA VI
 
 ARASSE, poi EMIRA con guardie e senza spada
 
 ARASSE
1320Ritorni il prigioniero. I miei disegni
 secondino le stelle. Olà, partite. (Al comando d’Arasse le guardie conducono fuori Emira, indi partono)
 EMIRA
 Che vuoi, d'un empio re più reo ministro?
 Forse svenarmi?
 ARASSE
                                  No; vivi e ti serba,
 illustre principessa, al tuo gran sposo.
1325Siroe respira ancor.
 EMIRA
                                       Come!
 ARASSE
                                                      La cura
 d'ucciderlo accettai ma per salvarlo.
 EMIRA
 Perché tacerlo al padre
 pentito dell'error?
 ARASSE
                                    Parve pietoso,
 perché più nol temea; se vivo il crede,
1330la sua pietà di nuovo
 diverrebbe timor. Cede alla tema
 di forza la pietade;
 quella dal nostro e questa
 solo dall'altrui danno in noi si desta.
 EMIRA
1335Siroe dov'è?
 ARASSE
                          Fra' lacci
 attende la sua morte.
 EMIRA
 E nol salvasti ancor?
 ARASSE
                                        Prima degg'io
 i miei fidi raccorre,
 per scorgerlo sicuro ove lo chiede
1340il popolo commosso. Or che dal padre
 si crede estinto, avremo
 agio bastante a maturar l'impresa.
 EMIRA
 Andiamo. Ah vien Medarse.
 ARASSE
 Non sbigottirti; io partirò; tu resta
1345i disegni a scoprir del prence infido.
 Fidati, non temer.
 EMIRA
                                    Di te mi fido. (Parte Arasse)
 
 SCENA VII
 
 EMIRA e MEDARSE
 
 EMIRA
 Che ti turba, o signor?
 MEDARSE
                                            Tutto è in tumulto
 e mi vuoi lieto, Idaspe?
 EMIRA
 (Ignota ancor gli son). Dunque n'andiamo
1350ad opporci a' ribelli.
 MEDARSE
                                        Altro soccorso
 chiede il nostro periglio. A Siroe io vado.
 EMIRA
 E liberar vorresti
 l'indegno autor de' nostri mali?
 MEDARSE
                                                            Eh tanto
 stolto non son; corro a svenarlo.
 EMIRA
                                                           Intesi
1355che già Siroe morì.
 MEDARSE
                                      Ma per qual mano?
 EMIRA
 Non so. Dubbia e confusa
 giunse a me la novella. E tu nol sai?
 MEDARSE
 Nulla seppi.
 EMIRA
                         Saranno
 popolari menzogne.
 MEDARSE
                                       Estinto o vivo
1360Siroe trovar mi giova.
 EMIRA
                                           Io ti precedo.
 De' tuoi disegni avrai
 Idaspe esecutor. (Scopersi assai). (Parte)
 
 SCENA VIII
 
 MEDARSE
 
 MEDARSE
 Se la strada del trono
 m'interrompe il germano, il voglio estinto.
1365È crudeltà, ma necessaria; e solo
 quest'aita permette
 di sì pochi momenti il giro angusto.
 Ne' mali estremi ogni rimedio è giusto.
 
    Benché tinta del sangue fraterno,
1370la corona non perde splendor.
 
    Quella colpa che guida sul trono
 sfortunata non trova perdono
 ma felice si chiama valor. (Parte)
 
 SCENA IX
 
  Luogo angusto e racchiuso nel castello destinato a Siroe per carcere.
 
 SIROE, poi EMIRA
 
 SIROE
 Son stanco, ingiusti numi,
1375di soffrir l'ira vostra. A che mi giova
 innocenza e virtù? Si opprime il giusto;
 s'innalza il traditor. Se i merti umani
 così bilancia Astrea,
 o regge il caso o l'innocenza è rea.
 EMIRA
1380(Arasse non mentì, vive il mio bene).
 SIROE
 Ed Emira fra tanti
 rigorosi custodi a me si porta?
 EMIRA
 Questo impronto real fu la mia scorta.
 SIROE
 Come in tua man?
 EMIRA
                                     L'ebbi da Cosroe istesso.
 SIROE
1385Se del mio fato estremo
 scelse te per ministra il genitore,
 per così bella morte
 io perdono alla sorte il suo rigore.
 EMIRA
 Senti Emira qual sia...
 
 SCENA X
 
 MEDARSE e detti
 
 MEDARSE
1390Non temete, o custodi; il re m'invia.
 EMIRA
 Oh numi!
 MEDARSE
                      Idaspe è qui! Senza il tuo brando
 ti porti in mia difesa?
 EMIRA
                                           In su l'ingresso
 mel tolsero i custodi.
 (Giungesse Arasse!) (Guardando per la scena)
 SIROE
                                         Ad insultarmi ancora
1395qui vien Medarse! E in qual remoto lido
 posso celarmi a te?
 MEDARSE
                                      Taci o t'uccido. (Snuda la spada)
 EMIRA
 È lieve pena a un reo
 la sollecita morte. Ancor sospendi
 qualche momento il colpo. Ei ne ravvisi
1400tutto l'orror. Potrò sfogare intanto
 seco il mio sdegno antico.
 Tu sai ch'è mio nemico e che, stringendo
 contro di me fin nella reggia il ferro,
 quasi a morte mi trasse.
 SIROE
1405E tanto ho da soffrir?
 EMIRA
                                          (Giungesse Arasse). (Guardando per la scena)
 SIROE
 E Idaspe è così infido
 che unito a un traditor...
 MEDARSE
                                               Taci o t'uccido.
 SIROE
 Uccidimi, crudel. Tolga la morte
 tanti oggetti penosi agli occhi miei.
 MEDARSE
1410Mori... (Mi trema il cor).
 EMIRA
                                                (Soccorso, o dei!)
 MEDARSE
 Sento, né so che sia,
 un incognito orror che mi trattiene.
 SIROE
 Barbaro, a che t'arresti?
 EMIRA
                                               (E ancor non viene!) (Come sopra)
 MEDARSE
 Chi mi rende sì vile?
 EMIRA
                                         Impallidisci!
1415Dammi quel ferro; io svenerò l'indegno;
 io svellerò quel core. Io solo, io solo
 basto di tanti a vendicar gli oltraggi.
 MEDARSE
 Prendi; l'usa in mia vece. (Dà la spada ad Emira)
 SIROE
                                                  A questo segno
 ti sono odioso?
 EMIRA
                              Or lo vedrai, superbo,
1420se speri alcun riparo...
 Difenditi, mia vita; ecco l'acciaro. (Emira dà la spada a Siroe)
 MEDARSE
 Che fai, che dici, Idaspe? E mi tradisci,
 quando a te m'abbandono?
 EMIRA
 No, più non sono Idaspe; Emira io sono.
 SIROE
1425(Che sarà!)
 MEDARSE
                        Traditori,
 verranno ad un mio grido
 i custodi a punir...
 SIROE
                                    Taci o t'uccido.
 
 SCENA XI
 
 ARASSE con guardie e detti
 
 ARASSE
 Vieni, Siroe.
 MEDARSE
                          Ah difendi,
 Arasse, il tuo signor.
 ARASSE
                                        Siroe difendo.
 MEDARSE
1430Ah perfido!
 ARASSE
                         Dipende (A Siroe)
 la città dal tuo cenno. Andiam; consola
 con la presenza tua tant'alme fide;
 libero è il varco; e lascio
 questi in difesa a te. Vieni e saprai
1435quanto finor per liberarti oprai. (Parte e restano con Siroe le guardie)
 
 SCENA XII
 
 SIROE, EMIRA e MEDARSE
 
 MEDARSE
 Numi! Ognun m'abbandona.
 EMIRA
                                                       Andiamo, o caro.
 Dell'amica fortuna
 non si trascuri il dono.
 Siegui i miei passi; ecco la via del trono.
 SIROE
1440È pur vero, idol mio,
 che non mi sei nemica? Oh dio! Che pena
 il crederti infedele!
 EMIRA
                                      E tu potesti
 dubitar di mia fé?
 SIROE
                                     Perdona, o cara;
 tanto in odio alle stelle oggi mi vedo
1445che per mio danno ogn'impossibil credo.
 EMIRA
 
    Ch'io mai vi possa
 lasciar d'amare
 non lo credete,
 pupille care;
1450né men per gioco
 v'ingannerò.
 
    Voi foste e siete
 le mie faville
 e voi sarete,
1455care pupille,
 il mio bel foco
 finch'io vivrò. (Parte)
 
 SCENA XIII
 
 SIROE e MEDARSE
 
 MEDARSE
 Siroe, già so qual sorte
 sovrasti a un traditor. Più della pena
1460mi sgomenta il delitto. Al soglio ascendi;
 svenami pur, senza difesa or sono.
 SIROE
 Prendi, (Gli dà la spada) vivi, t'abbraccio e ti perdono.
 
    Se l'amor tuo mi rendi,
 se più fedel sarai,
1465son vendicato assai,
 più non desio da te.
 
    Sorte più bella attendi,
 spera più pace al core
 or che al sentier d'onore
1470volgi di nuovo il piè. (Parte con le guardie)
 
 SCENA XIV
 
 MEDARSE
 
 MEDARSE
 Ah con mio danno imparo
 che la più certa guida è l'innocenza.
 Chi si fida alla colpa,
 se nemico ha il destino, il tutto perde.
1475Chi alla virtù s'affida,
 benché provi la sorte ognor funesta,
 pur la pace dell'alma almen gli resta.
 
    Torrente cresciuto
 per torbida piena,
1480se perde il tributo
 del gel che si scioglie,
 fra l'aride sponde
 più l'onde non ha.
 
    Ma il fiume che nacque
1485da limpida vena,
 se privo è dell'acque
 che il verno raccoglie,
 il corso non perde,
 più chiaro si fa. (Parte)
 
 SCENA XV
 
  Gran piazza di Seleucia con veduta del palazzo reale e con apparato magnifico, ordinato per la coronazione di Medarse, che poi serve per quella di Siroe. Nell’aprir della scena si vede una mischia tra i ribelli e le guardie reali, le quali sono rincalzate e fuggono.
 
 COSROE, EMIRA e SIROE l’uno dopo l’altro, con ispada nuda; indi ARASSE con tutto il popolo. Cosroe, difendendosi da alcuni congiurati, cade
 
 COSROE
1490Vinto ancor non son io.
 EMIRA
 Arrestatevi, amici; il colpo è mio.
 SIROE
 Ferma, Emira; che fai? Padre, io son teco;
 non temer.
 EMIRA
                        Empio ciel!
 COSROE
                                                Figlio, tu vivi!
 SIROE
 Io vivo e posso ancora
1495morir per tua difesa.
 COSROE
                                         E chi fu mai
 che serbò la tua vita?
 ARASSE
                                         Io la serbai.
 Libero il prence io volli,
 non oppresso il mio re. Di più non chiede
 il popolo fedel. Se il tuo contento
1500non fa la mia discolpa,
 puoi la colpa punir.
 COSROE
                                      Che bella colpa!
 
 SCENA ULTIMA
 
 MEDARSE, LAODICE e detti
 
 MEDARSE
 Padre.
 LAODICE
                Signor.
 MEDARSE
                                Del mio fallir ti chiedo
 il perdono o la pena.
 LAODICE
                                        Anch'io son rea;
 vengo al giudice mio; l'incendio acceso
1505in gran parte io destai.
 COSROE
                                            Siroe è l'offeso.
 SIROE
 Nulla Siroe rammenta. E tu, mio bene, (Ad Emira)
 deponi alfin lo sdegno. Ah, mal s'unisce
 con la nemica mia la mia diletta.
 O scordati l'amore o la vendetta.
 EMIRA
1510Più resister non posso. Io con l'esempio
 di sì bella virtù l'odio abbandono.
 COSROE
 E perché quindi il trono
 sia per voi di piacer sempre soggiorno,
 Siroe sarà tuo sposo.
 EMIRA e SIROE
                                        Oh lieto giorno! (Siegue l’incoronazione di Siroe)
 COSROE
1515Ecco, Persia, il tuo re. Passi dal mio
 su quel crin la corona; io stanco alfine
 volentier la depongo. Ei, che a giovarvi
 fu da' prim'anni inteso,
 saprà con più vigor soffrirne il peso.
 CORO
 
1520   I suoi nemici affetti
 di sdegno e di timor
 il placido pensier
 più non rammenti.
 
    Se nascono i diletti
1525dal grembo del dolor,
 oggetto di piacer
 sono i tormenti.
 
 FINE